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RETE ECOSOCIALISTA

TERRA E LIBERTA’ PER LA PALESTINA

29-10-2023 00:00

Redazione

Comunicati, Guerra, Palestina, israele, imperialismo,

TERRA E LIBERTA’ PER LA PALESTINA

COMUNICATO DEL COORDINAMENTO NAZIONALE DELLA RETE ECOSOCIALISTA

COMUNICATO DEL COORDINAMENTO NAZIONALE DELLA RETE ECOSOCIALISTA (RES)

Anche se da 78 anni viene definita tale, il conflitto tra Israele e Palestina non è una guerra tra due popoli, ma un genocidio del popolo palestinese da parte del potente Stato di Israele. E’ una lotta impari tra una entità sionista baluardo degli interessi occidentali in Medio-Oriente e il popolo palestinese che ne paga le conseguenze. Sia la comunità ebraica che quella araba hanno radici profonde con la Palestina Storica precedenti alle ripartizioni post belliche del secolo scorso dell’ONU ma la Palestina di fatto oggi sta ancora pagando il debito internazionale dell’Olocausto.

 

Ben lontani dalla concertazione di una pacifica auspicabile convivenza democratica tra palestinesi ed israeliani, tutto il mondo assiste al compimento di un vero e proprio genocidio: dopo la Shoah, il Palestinocidio.

 

Da una parte Israele, uno stato a capitalismo avanzato con un apparato economico e militare tra i più potenti al mondo: risorse economiche infinite, armamenti, satelliti, supporto militare americano, migliaia di carri armati e mezzi blindati, armi chimiche tra le più sofisticate e vietate dal diritto internazionale, capaci di penetrare città e corpi con azioni terroristiche come la Break the Wave, di cui il mondo è silenziosamente al corrente.

 

Dall’altra la popolazione palestinese di Gaza, costretta in un lembo di terra ridotto ad un campo di concentramento a cielo aperto, sostenuta solo attraverso aiuti umanitari internazionali, con poche ore di corrente elettrica al giorno anche negli ospedali e senza acqua potabile perché Israele controlla i pozzi e l’approvigionamento delle fonti idriche del territorio, la cui potenza militare è espressa dal solo sacrificio dei corpi dei suoi figli.

Il 7 ottobre scorso la formazione islamista radicale Hamas, al potere a Gaza dopo la crisi dell’autorità nazionale palestinese la cui politica dei “2 stati” degli Accordi di Oslo si è mostrata fallimentare, ha sferrato un ripugnante colpo contro civili israeliani.

 

Come RES:

pur condannando le violenze di Hamas su donne e bambini inermi, non accettiamo la narrazione dell’Unione Europea e dell’informazione internazionale che strumentalmente accusa di antisemitismo chiunque faccia una lettura più complessa delle cause del conflitto in corso:

- denunciamo l’imperialismo USA e EU che da decenni accusa la resistenza palestinese mentre sostiene nei fatti l’occupazione dei territori, il terrorismo e i crimini di guerra israeliani 

- denunciamo l’aggravamento dei crimini contro il popolo palestinese con l’avvento al governo dei fascisti capeggiati da Netanyahu, con conseguente aumento della politica segregazionista e razzista di Israele nei confronti della popolazione araba

- denunciamo l’aumentato pericolo dopo le azioni di guerra del primo ministro israeliano che potrebbero innescare un coinvolgimento diretto nel conflitto degli Stati Uniti, dell’IRAN e dei Paesi Arabi del quadrante geopolitico. Riteniamo responsabile fin da ora Israele e i suoi alleati occidentali, Europa compresa, l’escalation bellica in corso

- denunciamo e condanniamo l’asservimento del governo italiano alla politica espansionistica di Israele e guerrafondaia della NATO, manifestata ancora una volta con l’astensione sulla Risoluzione per il “Cessate il Fuoco a Gaza” votata all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

 

Restiamo sconcertati dalla detestabile cultura politica che alimenta il Governo Israeliano:

“stiamo combattendo degli animali umani e agiremo di conseguenza” ha dichiarato il ministro della difesa israeliano, in un’enfasi convincente.

L’animalizzazione del nemico è funzionale alla sua persecuzione e al suo annientamento. La riduzione del nemico a feticcio giustifica le azioni più violente e non basta che le immagini di centinaia di Palestinesi trucidati ogni giorno dalle esplosioni facciano quotidianamente il giro del mondo sui nostri social perché vengano effettivamente considerate testimonianza di un crimine. La banalità del male è sempre in agguato.

 

RES condanna ogni forma di discriminazione e sopraffazione di dominio su popolazioni, genere, religione e specie.

 

Nel condannare la responsabilità di EU e USA nel fomentare lo sterminio dei popoli in ogni angolo del Pianeta, riteniamo che l’unica cosa che può fermare il genocidio del governo di estrema destra israeliano sia la pressione politica che si può esercitare attraverso la sensibilizzazione e mobilitazione dell’opinione pubblica internazionale verso la smilitarizzazione del medio oriente.

 

Inoltre l’impunità di cui gode Israele da sempre (continue violazioni dei trattati ONU dal 1948, espansione illimitata dei coloni oltranzisti, difesi dall’esercito israeliano e ignorati dalla stampa e dalla politica internazionale), anche in questa occasione mettono in evidenza l’inutilità di un “baraccone“ come l’ONU, costosissimo ente che non ha alcuna autorità nè capacità d'azione tant’è che anche quando, in un rigurgito di dignità, il suo Segretario generale, Guterres, si permette di mettere in evidenza la vera origine del conflitto, (cioè la guerra di occupazione scatenata da Israele nel 1967 e la continua espansione ed occupazione di territori palestinesi da 56 anni….) viene aggredito e minacciato dall’ambasciatore israeliano nella totale impotenza dell'Assemblea Generale.

 

Chiediamo l’immediato ritiro di Israele dai territori occupati, la liberazione degli ostaggi in mano ad Hamas e di tutti i prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, verso la costruzione di una prospettiva di convivenza democratica nel rispetto della dignità e dell’autodeterminazione dei popoli e di ogni essere vivente.

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